
Mi capita spesso di affrontare il discorso dei rivestimenti con i miei clienti, che si perdono nelle infinite scelte proposte dal mondo dell’edilizia. Proprio negli ultimi anni, infatti, si è diffuso sempre più l’utilizzo di resine e micro-cementi, utilizzati sia per i rivestimenti interni che per quelli esterni.

Quali differenze ci sono col pavimento o i rivestimenti tradizionali?
E poi, quali sono le differenze tra la resina e il micro-cemento?
In una ristrutturazione il discorso legato allo smaltimento e alle demolizioni è importante, sia dal punto di vista delle lavorazioni, che diventano più lunghe, sia dal punto di vista economico. Questi materiali permettono di agire sulla superficie, senza demolire l’esistente. Chiaramente non sempre è possibile tenere ciò che è presente ma può essere una soluzione per tutte le lavorazioni in cui si agisce su un ambiente per modificarne semplicemente l’estetica.
Gli aspetti da analizzare sono molteplici ma andiamo per ordine.

I pavimenti tradizionali sono a base ceramica, sono resistenti agli urti ed abrasioni e possono essere impiegati sia all’esterno che all’interno. Vengono proposte in diverse varianti: dalle texture più classiche a quelle effetto legno, marmo, pietra o cemento, presentandosi così come una soluzione veramente versatile.
I rivestimenti in resina e quelli in micro-cemento si presentano invece come dei fluidi che permettono di ottenere superfici prive di fughe. Ciò è un grande vantaggio sopratutto per quanto riguarda la pulizia e il deposito dei batteri e muffe che si sa, si annidano spesso tra le fughe delle piastrelle. Le resine sono a base polimera mentre i micro-cementi a base cementizia. Sono entrambi resistenti gli urti e all’usura, con una resistenza sotto stress maggiore per il micro-cemento.

I pavimenti e i rivestimenti tradizionali hanno bisogno di alcuni accorgimenti: l’integrità della superficie esistente che deve essere priva di imperfezioni e la durata della messa in opera che necessità l’utilizzo di collanti.
I pavimenti in resina o micro-cemento invece hanno uno spessore di pochi millimetri e hanno una esecuzione rapida e immediatamente agibile, poiché permettono la loro messa in opera in qualunque superficie, anche in presenza di un pavimento esistente qualora si parli di una
ristrutturazione.
Quali sono le differenze tra le resina e i micro-cemento?
Per gli occhi meno esperti possono sembrare pressoché uguali, ma non lo sono. Una delle differenze che si ouò notare ad occhio nudo è legato alla superficie finale. Infatti la resina, avendo una base polimera, avrà un effetto lucido o semilucido tendente al plastico. Il rivestimento in micro-cemento, invece, dona ai pavimenti un effetto più naturale e materico. Entrambi possono essere personalizzati sia sui colori che sugli effetti.
Oltre alla resa finale, alcune resine, non tutte, col tempo tendono ad ingiallire, soprattutto se esposte alla luce del sole e hanno una durata di 20 anni. Data da finitura superificiale sono perfette in ambienti in cui è necessario amplificare e illuminare maggiormente lo spazio. I micro-cementi non subiscono variazioni cromatiche nel tempo ma tendono a rendere le superfici monolitiche.
In fine vi voglio consigliare due aziende leader nella produzione di questi materiali.
La prima è Gobbetto, leader nei pavimenti in resina, azienda attiva nello sviluppo di tecniche, sistemi per realizzare superfici e sfondi ad alto contenuto tecnologico e dal grande valore plastico e decorativo.


La seconda è la Kerakoll, produttore di materiali cementizi tra i quali i micro-cementi. È infatti loro la tecnologia sviluppata dalla quale si ottiene una superficie a tre strati con soli 3,5 millimetri.


Il mio consiglio è quello di scegliere, affiancati da un professionista, il rivestimento adatto valutando tutti gli aspetti, da quello estetico a quello puramente funzionale in modo da capire quale tra queste soluzioni risponda maggiormente alle vostre esigenze.